ANDREA FUSO | A Sud, nonostante tutto

Dove: Casa Briscioli

Incontro con l’autore:
sabato 20 agosto | ore 20.00
Presentazione della mostra A Sud, nonostante tutto

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A Sud, nonostante tutto

Certe frasi sagge sono solo una buona scusa, per giustificare la presenza nelle sale d’attesa dell’anima. Luoghi in cui aspettare risposte fatte di silenzi e di crepe sui muri.
Bisognerebbe andare a Sud, nonostante tutto.
Bisognerebbe sempre lasciar spazio agli occhi per imparare nuova bellezza, e alle mani nuove forme.
Bisognerebbe fotografare sbagliando, perché la perfezione è un’illusione. Una fatica inutile che allontana dalla terra.
Pochi bagagli, cose leggere, che sappiano annullare il desiderio del possesso.
Bisognerebbe andare a Sud, e ascoltare la sabbia.
La sabbia dice che il possesso senza la consapevolezza è il più letale dei veleni.
La strada del deserto massaggia l’anima, allenta i bulloni degli organi meccanici. Cuore compreso.
Il tempo ha una densità diversa e i pensieri assumono forme liquide. Ed è cosi, tra quei pensieri fluidi, che accadono incontri casuali. Visioni lontane a cui sento di appartenere.
Sono città all’apparenza fatte di niente, e da quello stesso niente tenute insieme. Odorano di Marlboro rosse e cipolla fritta, di cesso intasato e verdura andata a male, dei demoni portati da casa, di carne grigliata, di spazzatura. E di menta.
Non hanno nulla che vorresti avere, ma hanno tutto ciò che nutre. Che serve a vivere.
Il tempo rallenta, diluisce con la polvere e fa respirare.
Bisognerebbe andare a Sud, per ascoltare la sabbia.
La sabbia lo sa, perché è stata lava e figlia del vulcano, poi pietra consumata dal vento e conchiglie. Ha raccolto millenni di storie, di solitudini, di passi incauti. E il peso dei pensieri che portano gli uomini viaggiando.
Il viaggio è un perpetuo traslocare dell’anima da dentro a fuori, da fuori a dentro. Il viaggio è un via vai di abbandono e impulsi. È bellezza che abbaglia, poesia densa che si posa addosso alle cose. Che avvolge le persone.
Scorrono i pensieri girando intorno, senza fermarsi. Solo il tempo di un ricordo e la forte sensazione d’inquietudine. Ferma, immobile.
E poi tutto riprende a scorrere. Tutto va fuori fuoco e annebbia la visione. Mondi sconnessi che non puoi raddrizzare. Provare a capire, forse. Ma solo se ne fai parte.
La fotografia registra stati d’animo. La realtà appartiene agli studiosi, ai saggi.
Noi sconnessi ci accechiamo di riverberi, vibrazioni e calore trasformato in febbre che penetra nelle ossa. E congela la mente in un miraggio che diventerà sogno.
Ci sono fantasie che devono essere sognate alla giusta densità, affinché possano essere digerite dai denti del ricordo, e rimanere fotografie o scaglie brillanti. Giorni di primavera, che galleggiano nell’anima.
Aspetto, mentre sono trasportato dal delirio. Mi lascio avvolgere dalle coperte, so che verranno giorni limpidi.
Fumo ancora, se non avessi nostalgie starei solo più fermo. Accendo un’altra sigaretta: nella notte non è mai vietato fumare. Indugio.
Riaccendo ancora. Aspiro, spengo… Attendo. La foschia si è dissolta, e l’aria è ritornata pura. Resto fermo, non mi muovo. E mentre lo faccio, lo speaker del mio “angelo” annuncia l’arrivo al punto di partenza.
Non mi metterò in fila, semplicemente andrò a Sud, nonostante tutto.

– Andrea Fuso

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ANDREA FUSO nasce a Legnano nel 1973. All’inizio degli anni ‘90 completa gli studi all’Istituto Tecnico, specializzandosi in costruzioni ottiche. Solo dopo molto tempo, nella prima decade degli anni 2000, si diploma all’Accademia di fotografia John Kaverdas. Successivamente, sotto la guida di Sandro Iovine, consegue un master in “Reportage” e in “Comunicazione Visiva”. Sempre negli anni 2000 collabora come assistente nella fotografia di still life e di moda. Negli ultimi anni ha frequentato seminari di post-produzione con Marianna Santoni specializzandosi nell’uso di Photoshop. Nel corso della sua carriera ha collaborato con la compagnia “I Legnanesi” per la realizzazione di pubblicazioni e calendari. In collaborazione con l’Agenzia Ridens ha realizzato servizi per alcuni comici di Zelig e per la trasmissione Mediaset “Quelli che il calcio”. Nell’ultimo decennio ha documentato il “Palio delle contrade di Legnano” per conto del Comune e del “Collegio dei Capitani”. È sua una delle copertine di un album di Franco Cerri, noto chitarrista italiano. Attualmente vive e lavora a Castellanza.